Il bambino ansioso e il mutismo selettivo. Aiutare genitori e insegnati.

Tantissimi genitori si trovano a fronteggiare l'ansia dei loro figli, spesso ci sono delle informazioni sbagliate; innanzitutto bisogna capire se si tratta davvero di un ansia problematica o semplicemente naturale e dovuta ai tempi naturali dello sviluppo cognitivo ed affettivo, ad esempio un bambino di otto mesi può avere paura di un estraneo e questo è naturale diverso se parliamo di un bambino più grande; quindi non bisogna problematizzare la naturale ansia. Ogni bambino ha poi un naturale temperamento e genetico ma sappiamo che l'ambiente può fare molto rispetto il temperamento. Quando un bambino con un temperamento agitato incontra un ambiente che non lo aiuta allora si può creare un disturbo ansioso. Ambiente vuol dire famiglia, scuola, persone che si prendono cura di lui; tutti questi sistemi relazionali hanno la possibilità di facilitare lo sviluppo di un disturbo d'ansia. In questo senso lavorare con la famiglia, la scuola e le figure di riferimento nella cura di un disturbo di un bambino è fondamentale e risolutivo nella cura.
I bambini che hanno sviluppato una forte attivazione ansiosa possono percepire i genitori come non protettivi, questo significa che spesso il genitore può essere a sua volta spaventato e pur cerando di nascondere la sua ansia e paura la trasferisce ugualmente al bambino che ha una fortissima predisposizione a cogliere le emozioni del genitore.

Spesso si tende a dare dei consigli al bambino o a chiedergli la motivazione delle sue paure " come mai non parli?" "come mai hai paura del buio?"  niente di più sbagliato pensiamo ad un adulto in preda ad un attacco di panico e gli chiediamo come mai ha quell'attacco, è chiaro che non lo sa figuriamoci quindi se un bambino è in grado di darci una risposta, la sua attivazione ansiosa non è controllabile da lui e non è a conoscenza del perchè invitarlo quindi ad offrirci una risposta vuol dire solo fargli crede che lui la sappia ma non è affatto cosi; siamo noi adulti che possiamo invece capire la motivazione attraverso la nostra sensibilità e conoscenze.

Un bambino che ha paura di andare a scuola eviterà di andarci e solitamente il genitore cerca di assecondare questa paura, ma questo può non essere completamente giusto, la paura andrebbe accolta ma non bisognerebbe evitare di mandarlo piuttosto accogliere la sua paura ma non farci spaventare noi a sua volta da questa;  questo non vuol dire lasciarlo freddamente ad affrontare la sua paura.

Un bambino ansioso può sviluppare un mutismo selettivo, in quel caso non va spinto a parlare nei contesti che evita; il bambino non parla perchè è in ansia non perchè è oppositivo; in questi casi si può dare un canale di comunicazione alternativo ad esempio l'uso di messaggi audio registrati per mantenere la relazione, ma anche scrittura, o altri codici, se mantengo la relazione e ti faccio sentire a tuo agio parlerò di più; nel mutismo selettivo parlerò meno con chi ha più fretta di farlo parlare.
Quando il mutismo viene s sbloccarsi bisogna mantene un atteggiamento di normalità ricordiamo che il loro mutismo è dovuto ad ansia; metterli sul palcoscenico crea solo più ansia.
L' ansioso ha il tema di essere strano e diverso sottolineare il suo successo vuol dire sottolineare le sue mancanze; va quindi evitato di farlo.

In alcuni casi ci può essere stato un trauma e quindi non  necessariamente legato a comportamenti ansiosi dei genitori. Un trauma può essere oggettivo in un certo senso o soggettivo, nel senso che se pensiamo alla morte di una genitore pensiamo che possa essere traumatico oggettivamente ma la percezione del trauma è soggettiva è come noi reagiamo agli eventi motivo per cui anche altri eventi meno rilevanti socialmente " la maestra che mi sgrida " possono diventare trauma.

I disturbi d' ansia sono la patologia più comune di patologia psichiatrica in età evolutiva e associati a disturbi in età adulta; intervenire quindi preventivamente vuol dire promuovere salute e evitare che si cronicizzi un disturbo. Un disturbo ansioso può diventare una forma depressiva in età adulta.

In età evolutiva i disturbi dovuti ad ansia sono cosi classificati in : ansia da separazione, ansia sociale, mutismo selettivo, ansia generalizzata, disturbo ossessivo compulsivo 



Un bambino ansioso ha sempre vicino a se un adulto ansioso, non basta il suo temperamento a creare un disturbo.



Un genitore adeguato sostiene il bambino e lo aiuta ad affrontare la sua paura, all'opposto c'è il genitore controllante centrato sulla disciplina, potere percepirsi un genitore adeguato e in questo modo si perde di vista il bambino; il genitore controllante è più preoccupato di essere un bravo genitore.

Ecco alcuni tipi di stile genitoriale a grosse linee, quello migliore è il genitore autorevole:

Genitore indulgente basso supporto ti faccio fare quello che vuoi questo genitore non offre contenimento e confini e genera ansia.
Genitore autorevole ti capisco so cosa stai provando, ma questa cosa va fatta 
Genitore autoritario massimo controllo, mi sento un genitore adeguato solo se vengono rispettate le regole
Genitore rifiutante disinteressato, non mi prendo cura

Il controllo del genitore è sicuramente una mina che scatena il disturbo ansioso.

I bambini ansiosi hanno dei genitori iperprotettivi ( "se non lo proteggo io come farà", il genitore si sostituisce al bambino si parla oggi di genitore elicottero) o iper-controllanti, parental-negativi trasmettono l'idea che il mondo è pericoloso, ipercritico, perfezionistico (tante aspettative) non si può essere mediocri.

Trasmettiamo l'idea che essere mediocri è essere normali e che si può essere felicemente normali.
Il bambino deve poter sperimentare la frustrazione, il genitore deve essere in grado di contenere questo possibile dispiacere, le frustrazioni non creano trauma anzi aiutano il bambino nel suo sviluppo e crescita.

Il lavoro con i genitori è quindi fondamentale perché sono le figure da rafforzare e che possono a loro volta aiutare il bambino quotidianamente.
I genitori devono riuscire a guardarsi, capire qual'è la loro emozione preferita o meglio quella con cui stanno più comodi, ad esempio ci sono delle famiglie in cui non ci si può arrabbiare, avere paura o non si può piangere ecc...  se la strategia è sempre l' evitamento sia di emozioni positive che negative l'ansia è in agguato.

Non esistono emozioni più dignitose di altre ma tutte hanno il loro valore e la loro importanza nel segnalarci qualcosa che e qualcosa che non va e poterle esprimere è fondamentale.
Il genitore deve poter dare delle risposte al figlio, non farsi vedere spaventato, la paura del genitore diventa l'ansia del figlio.
Bisogna insegnare al figlio a stare sul margine quella zona non troppo di confort in cui procediamo un passo alla volta; il margine non è quello che decide l'adulto ma quello che decide il bambino, compito dell'adulto è capire quale sia il margine del bambino; per i bambini ansiosi un messaggio fondamentale è hai tutto il tempo che ti serve.

IL MESSAGGIO DA DARE:

"HAI TUTTO IL TEMO CHE TI SERVE" 

Il bambino deve potersi fidare dei genitori cioè percepire che il genitore capisce la sua paura cosa che non è sempre vera spesso il genitore non comprende la paura del piccolo e non se la spiega. Se un bambino è in panico occorre aiutarlo e sostenerlo, questo vuol dire non avere un atteggiamento protettivo ma un cercare il margine da cui partire per aiutare il bambino.




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