PRENDITI CURA DI TE

Può sembrare banale ma la maggior parte delle persone riesce benissimo a prendersi cura delle cose che possiede ma non di se stesso; dovremmo iniziare a pensare al nostro corpo e alla nostra mente come al bene più prezioso che abbiamo. Nelle abitudini di alcuni prendersi cura di se viene sentito come un atto egoistico; niente di più falso perché prendendomi cura di me mi prendo cura anche delle persone che sono al mio fianco. Se sono una mamma stanca e depressa posso aver lustrato qualsiasi cosa nella mia casa ma quello che darò ai miei figli è il ricordo di momenti non vissuti. "mia madre era sempre stanca" "il suo volto era inespressivo" " la felicità di mamma era pulire casa".
Diventa molto difficile per chi non si è preso cura di se stesso per tanto tempo iniziare a farlo non sa più da dove partire non riesce a sentirsi. Il nostro corpo in questi casi può venirci d'aiuto se siamo disposti a fidarci di lui al 100 %. 
Il corpo parla sempre sia con le sue influenze, malanni, stanchezze, somatizzazione, acciacchi, dobbiamo riaddestrare la mente a sentirlo e comportarci di conseguenza come fosse una legge da rispettare. 
Quando siamo stanchi il nostro corpo manda dei segnali di stanchezza e dovremmo rispettarli non esiste dirsi va bene ancora un altro pò, l'obiettivo è che al primo cenno di stanchezza troviamo il modo di riposarci. Altrimenti il nostro corpo si ammalerà e la nostra mente si allontanerà sempre di più dalle fonti nutrienti.
Ma cosa nutre la mente ? 
IL GIOCO saper giocare è un aspetto fondamentale spesso questo in un adulto può essere convogliato nell'uso della simpatia, ironia, nella sessualità e molto alto; il gioco è quella cosa che quando la facciamo ne siamo pienamente coinvolti e non pensiamo ad altro che per un periodo di tempo ci rapisce e ci fa esprimere connettendo gran parte dei nostri sensi e che ci da quella sensazione di uno scorrere veloce del tempo.  Possiamo quindi far entrare questa dimensione nel lavoro, nelle varie passioni che si possono intraprendere. Una persona che ha smesso di giocare in un certo senso ha smesso di vivere. 
Quello che noi adulti chiamiamo del bambino gioco è solo una nostra collocazione lui semplicemente sta vivendo; se sta impastando e facendo formine può essere tradotto nell'adulto che svuota e riempie un vaso di fiori; l' adulto ha bisogno che la sua esperienza abbia una finalità altra oltre che il proprio benessere il problema è che proprio questa eccessiva tensione verso le finalità e quindi i dovere fanno vivere all'adulto la stessa azione piacevole in spiacevole e pesante cessando di essere un benessere. 


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