Diventare in tre. Dalla Coppia alla Famiglia

Cosa accade ad una coppia quando nasce un figlio? Come si può riorganizzare la propria vita facendo spazio ad un bambino all’interno della coppia, trovando il giusto equilibrio e anche la giusta distanza dalle rispettive famiglie? Affrontare questa fase con una doppia attenzione al proprio nucleo familiare e alle dinamiche che si creano con le famiglie d’origine risulta spesso molto impegnativo sul piano emotivo, ma fondamentale per creare dei rapporti chiari e sereni.

Che sia stato a lungo cercato o arrivato come una sorpresa, un figlio crea sempre un po’ di scompiglio e soprattutto la necessità di riorganizzare molti aspetti della vita dei neo genitori: priorità, abitudini, orari.
Con il trascorrere dei giorni, dei mesi, ciascuno si confronta con esperienze nuove, ricche di gioie e scoperte condivise, ma anche con il bisogno di rivedere il proprio modo di affrontare la vita e la quotidianità, non più concentrato principalmente su di sé e/o sulla relazione con il partner.

Quanto spazio rimane per la coppia quando c’è l’urgenza di provvedere ad un bambino e ai suoi bisogni? Come si può stare insieme facendo spazio fisico ed emotivo al proprio figlio senza rischiare di “non vedere” più il proprio partner se non come genitore del piccolino che riempie così tanto la vita?

Trovare un giusto equilibrio nell’essere in tre senza dimenticare di prendersi cura dell’essere anche in due è spesso molto complicato; il rischio di escludere o sentirsi escluso può essere li dietro l’angolo.

Per non parlare della fatica che spesso comporta il fatto di trovare non solo un assestamento tra le pareti della neo famiglia, ma soprattutto i giusti confini con le rispettive famiglie d’origine.
Nonni e zii, nell’entusiasmo del dolce arrivo, possono stringersi molto intorno al nuovo nucleo, desiderano partecipare attivamente alla vita del piccolo di casa, si prodigano in offerte d’aiuto visto anche l’iniziale bisogno di sostegno fisico ed emotivo che può avere soprattutto la mamma nei primi periodi dopo il parto.

Quindi proprio nel momento in cui i neogenitori “prendono le misure” tra loro e con il proprio bambino, si trovano a fare i conti con la necessità di regolare le distanze con le famiglie.
Le porte che in questa fase tendono a rimanere più aperte possono scatenare timori di essere invasi in modo irreparabile, “sostituiti” da genitori “apprensivi” o suoceri “troppo presenti”, che dal canto loro si sperimentano, in alcuni casi per la prima volta, con un affetto forte e travolgente, con delle situazioni che tanto ricordano i “bei tempi” del loro essere stati genitori; si confrontano con un ruolo nuovo e con il vedere il proprio figlio adulto e responsabile di una famiglia e di un bambino, aspetto non sempre facile da realizzare ed accettare per alcuni nonni.
Ecco che quindi possono nascere incomprensioni, risentimenti, non detti o aperti conflitti.
“Quanto sono assenti i miei?”  “E quanto sono invadenti i tuoi?”  “ Quanto tu riesci a mettere loro un freno?”  “Quanto prima di tutto tu mi stai vicino e riesci ad aiutarmi?” domande queste spesso molto presenti tra i neo genitori. Attraverso liti e lamentele con i familiari si veicolano a volte paure e insoddisfazioni della coppia e viceversa, fino a creare amplificazioni e distorsioni che minano la serenità della famiglia stessa.

Districarsi in questa fase di assestamento in cui ognuno vive un ruolo nuovo e si confronta con i propri modelli familiari non è sempre facile. Ognuno può avere un’idea diversa dell’essere genitori e nonni,  della “giusta distanza” da tenere e prova più o meno consapevolmente ad attuarla nella propria famiglia. Come Whitaker (1990) sosteneva, ogni famiglia prova ad imporre il proprio modello.
Ecco che quindi a sposarsi non sono solo gli individui che formano la coppia ma anche le rispettive famiglie di provenienza, con i loro valori, abitudini, caratteristiche; questo è ancora più vero quando nascono membri di una nuova generazione.
I neo genitori si sentono contemporaneamente non più solo figli ma anche e soprattutto genitori del loro bambino; spesso si riaccendono con i nonni antiche questioni, si rivedono rapporti, il tutto a volte complicato dal fatto che il proprio partner partecipa a questo e vive situazioni parallele simili o opposte con i propri genitori.

E’ proprio partendo dal dialogo e dal confronto tra le diverse generazioni che è possibile per la nuova famiglia creare delle basi di autonomia e crescita più salde, nella chiarezza dei legami reciproci e dei confini.



Whitaker C.A. (1990) Considerazioni notturne di un terapeuta della famiglia. Astrolabio Ed., Roma.

Articolo scritto dalla dott.ssa Daniela Palumbo  Psicologa -Psicoterapeuta familiare. 

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